venerdì 9 aprile 2010

quando anche tu sai cosa vuol dire...

Quando hai lavorato tanto ad un progetto, dedicandoti ad esso anima e corpo come me ed Enrico per "Landscapes", capisci cosa vuol dire vederlo finalmente realizzato così come lo sognavi, o quasi (la perfezione non esiste, per fortuna...), e condividerlo con gli altri, mentre ti brillano gli occhi e ripercorri ogni volta che lo presenti ad una platea tutte le tappe che ti hanno portato fin lì, tra gioie e dolori, tra un pizzico di sana autocritica e una bella soddisfazione che ti sale da dentro e ti riempie il cuore pian piano.

Ci riflettevo ieri sera.
Ero all'appuntamento "Camera Giovedì" dell'Aternum Fotoamatori Abruzzesi e dalla seconda fila di poltroncine guardavo rapita il documentario "Inside Tanzania" realizzato con tanta passione e grandi sacrifici dalla giovane collega fotoreporter Romina (http://icaretanzania.blogspot.com/), ortonese doc ma ormai in parte adottata dalla terra d'Africa.

Lei, in piedi appoggiata al termosifone, guardandoci un po' tutti e gesticolando, spiegava con dettagli e curiosità la sua esperienza in Tanzania ed io la fissavo ammirata, con il mio taccuino alla mano per non perdere i passaggi più interessanti e toccanti del suo racconto.

Dietro la custodia del dvd è scritto:
"Un giornalista non è solo un rigoroso traduttore di informazioni ma anche un cantastorie. La voce di chi non ha voce. Gli occhi di chi non può o non vuole vedere. Ha la possibilità e la capacità di potersi fermare, fermarsi a riflettere, osservare, parlare, ascoltare e ascoltare"
...ed io, dopo aver letto queste parole, mi sono sentita ancora più presa. Felice di poterne percepire il senso 'da vicino', perché giornalista e sempre più innamorata della fotografia, come naturale completamento della mia voglia di comunicare.

Ero quasi (bonariamente) 'invidiosa' di quello spazio, dell'entusiasmo e dell'effervescente agitazione che ti mette addosso l'avere uno spazio tutto tuo per poterti raccontare, quello che Romina aveva appunto in quel momento, in quella piccola sala, sicuramente contenta di trovarsi di fronte occhi attenti, domande, consensi, ammirazione. Contenta pure di aver raccolto qualche fondo in più per la sua amata Africa grazie alla vendita del libro "I care Tanzania", dove sono raccolte testimonianze e fotografie del reportage.

Poi Bruno, il vulcanico e sensibilissimo presidente Aternum, mi ha chiamata a far parte di una giuria tutta al femminile, con Romina e la mia amica Paola, per scegliere la foto 'the best' del corso base 2010. E ha regalato anche a me quello spazio, per raccontare "Landscapes", risvegliando l'emozione del discorso inaugurale del 21 marzo. Di nuovo il brivido iniziale, la timidezza, la voce un po' tremolante, lo sguardo che gira qua e là ma non fissa niente e nessuno, vaga alla ricerca delle parole giuste.
Però poi ci prendi gusto, il discorso trova la sua strada e scorre fluido, ti accorgi che qualcuno ti ascolta incuriosito, sorride, ti chiede di dirgli di più. Allora, in quell'attimo, tra te e te, ti senti ripagato di tutta la fatica, e non vedi l'ora di riprendere in mano il lavoro, che in fondo non era mica finito...si può sempre arricchire, rinnovare, stravolgere!

Finchè non arriverà di nuovo quel magico momento in cui dovrai trasmetterlo a qualcuno, con l'incognita che possa piacere o no. Ed è proprio questo grosso interrogativo, a pensarci bene, che rende tutto molto più eccitante e ti spinge in alto...oltre...

The Bloody Frog

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